RIFLESSIONI DI MEZZA ESTATE - PARTE 1 - L'emersione dell'inconscio collettivo.
RIFLESSIONI DI MEZZA ESTATE
L'EMERSIONE DELL'OMBRA COLLETTIVA, TRA PROIEZIONI, LIBERAZIONI E SIMBOLOGIA
PARTE 1
L'emersione dell'inconscio collettivo.
È innegabile che siamo di fronte all'EMERSIONE dell'ombra collettiva, e quindi a una straordinaria OCCASIONE per riconoscere, elaborare e trasformare o trascendere parti interiori.
Ricordiamoci ad ogni istante che LA REALTÀ ESTERNA È sempre una CRISTALLIZZAZIONE di energie interiori.
Una gigante proiezione di quello che stiamo elaborando interiormente.
Se ce lo dimentichiamo e SCIVOLIAMO in matrix ( = nell'inconsapevolezza), ricordiamocelo, per non subire il "copione"!
Ricordiamocelo e riportiamoci al punto di osservazione centrale.
Da tempo "sappiamo" che la terra sta facendo un balzo: infatti ci si aspettava eventi particolari che avrebbero coinvolto e stravolto, su scala mondiale, tutti gli aspetti del reale (terreni, sociali, politici, medici, economici, relazionali e... individuali)
Ed eccoli qui, proiettati su grande schermo in modo che non si possa più far finta di niente.
La trasformazione è in atto, e noi ci siamo dentro.
Volenti o nolenti.
Consapevoli o inconsapevoli.
Nessuno escluso.
Lo sguardo, si sa, fa sempre la grande differenza.
Se non mi "sforzo"di vedere oltre i miei limiti, come posso comprendere quello che realmente sta accadendo dietro a quello che sembra?
Posso fermarmi a credere a ciò che appare, e reagire in base ad esso,
oppure posso aprirmi alla possibilità che ci sia in ballo molto di più?
Quando SEMBRA che sia tutto perduto, che tutto crolli, è proprio lí che qualcosa di importante si sta LIBERANDO.
Non possiamo impedire che il vecchio crolli, nè "salvare" chi ci è attaccato e si identifica con esso, ma possiamo SPOSTARCI ad accogliere il futuro, e a creare quella nuova realtà, e prepararla anche per chi si sta preparando al salto, che sta vivendo la sua sfida individuale e che nessun altro può compiere al posto suo.
Ricordiamoci l'immagine della TORRE nei tarocchi.
Un fulmine dal Cielo manda all'aria tutto, la torre si scoperchia e porta a galla ciò che era sotto. Un disastro in apparenza, ma al contempo una grande LIBERAZIONE che ci riconduce alla CASA DI DIO, A contatto con ciò che era stato dimenticato: Il nostro Essere Divino.
Ho imparato negli anni che QUANDO QUALCOSA SI ROMPE, SI STA LIBERANDO QUALCOSA.
QUANDO MI CAPITA QUALCOSA DI ASSURDO O INASPETTATO, STA ACCADENDO QUALCOSA DI INTERESSANTE.
La mia percezione umana ancora non ne capisce il Senso ma... intuisce.
C'è la certezza che quel Senso va ben oltre qualsiasi logica o qualsiasi tentativo di contenerlo.
E se ascolto dietro al rumore dei cocci e delle umane proteste, sento il "fruscio delle stelle del mattino", il suono che fanno i contorni della realtà quando si stanno ridefinendo in nuovi paradigmi.
Fede?
No...
È fiducia.
Fiducia che a prescindere da ciò che io credo o non credo, sta andando tutto come "deve". (Francesco Pirani lo trasmette molto bene nel suo libro "Sei tutto ciò che cerchi")
Fatalismo?
No...
È la consapevolezza che ogni movimento è contemplato in un ordine più grande.
Come un grande gioco di matriosche,
come il senso di una foto cambia man mano che allargo la prospettiva.
Come pezzi di un mosaico il cui significato si allarga man mano che si compongono in un disegno.
Rassegnazione?
No...
È sentire che in questo gioco ognuno è chiamato a fare la sua parte.
Non quella di un'altro.
La sua.
E compiendola, il resto va a posto.
"Io faccio la mia parte, e lascio che l'Universo faccia la sua"
È la visione del gioco duale che si apre Oltre, quell'Oltre da cui l'Essere proviene e a cui tende.
Anche attraversando l'Umanità e questo viaggio terreno.
Se ci ricordiamo che la visione è legata allo stato di coscienza, smetteremo di schierarci contro chi non vede quella che per noi e l'evidenza...
E magari entrerà in campo la "compassione", la paziente attesa di chi vede nel bambino il potenziale non ancora espresso.
Questo non significa che bisogna sopportare tutto.
No.
I confini vanno messi e il proprio spazio vitale va tutelato. Ognuno ha diritto di fare la propria esperienza, noi per primi!
È un grosso lavoro, lo so. Una paziente opera di osservazione e trasformazione.
Gli eventi hanno proiettato l'urgenza di contattare la propria ombra, per elaborare certi aspetti grezzi.
Che non potevano più aspettare.
Di confrontarsi con l'ombra collettiva (che aggancia inevitabilmente la "nostra").
E in questo confronto, fare la nostra parte attraverso la nostra esperienza.
In questo viaggio umano funziona cosí.
Si sa che meno riconosci l'ombra in te, più la vedi minacciosa all'esterno.
Giorgia Sitta mi ha fatto vedere un'aspetto importante.
È più comodo puntare il dito fuori per difendere uno stato conosciuto (doloroso ma conosciuto), piuttosto che metterlo in discussione e mettersi in discussione.
Chi difende le posizioni del sistema sta simbolicamente difendendo la figura del padre.
Di un padre che non vuole mettere in discussione.
È impegnativo, e doloroso entrare in quella ferita, in quell'irrisolto,
allora si difende quella struttura conosciuta, attaccando chi ne minaccia la stabilità o ne mette in discussione l'autorità.
Quando non si riconosce l'ombra dentro, la si proietta fuori.
E direi che in questo periodo c'è stato gran lavoro per tutti!
Per questo, in questi anni è stato cosí importante FERMARSI e IMMERGERSI.
INDAGARE.
OSSERVARE i propri movimenti interiori.
Per questo è stato importante quel processo di DISIDENTIFICAZIONE che si è attivato spesso attraverso la crisi, la morte di parti di noi che abbiamo dovuto lasciare andare.
Queste esperienze sono state preziose, perchè ci hanno preparati, un po' più spogli, a questo tempo. Ci hanno alleggeriti da fardelli del passato che avrebbero fatto da ostacolo a questo passaggio.
Se abbiamo saputo coglierne il SENSO, anche laddove non lo abbiamo capito, oggi ci troviamo in mano qualche CHIAVE, preziosa.
Ci siamo immersi negli abissi per raccoglierla, ma ora per aprire le porte che ci troviamo davanti serve proprio quella.
Qui, Si imparano e si affinano qualità a contatto con la materia e le sue leggi. Trasformare il piombo in oro è proprio parte di questo processo di evoluzione in cui siamo immersi, e in cui siamo chiamati a fare la nostra parte per il ruolo che abbiamo. Ma per riconoscere quel ruolo, prima dobbiamo liberarlo, liberarci dagli artifici, "detossinarci" dalle parti morte e non più funzionali. In tutti i sensi (corpo e anima qui viaggiano insieme)
La DUALITÀ che oggi vediamo cosí spinta all'estremo, è il teatro in cui si sta sviluppando la capacità di "trascenderla", pur continuando a viverla.
La lotta tra le fazioni opposte tocca molti campi: Sportivo, politico, medico, sociale, relazionale... e anche dentro di noi si muovono parti opposte (buono - cattivo, paziente impaziente, bello brutto, giusto sbagliato...)
Pare a volte di assistere a una partita in cui ogni parte cerca e si alimenta delle sue ragioni.
E più si attacca l'altra parte, più si viene attaccati.
Ebbene si, anche questo fa parte del gioco.
Se lo vedi, già una parte ne è fuori.
Se lo vedi, inizi a non subirlo.
Se lo vedi, lo sguardo è più alto.
Se lo vedi puoi iniziare a trovare uno "spazio tra le varianti" che è territorio neutro interiore. Tanto vasto quanto inesplorato. Se lo vedi puoi lasciarti trovare...
CONTINUA...
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